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INDAGINE CONFCOMMERCIO SUL RUOLO DEL COMMERCIO PER LA VIVIBILITA’ DEI CENTRI STORICI: I DATI PADOVANI


IL RUOLO DEL COMMERCIO PER LA VIVIBILITA’ DEI CENTRI STORICI.
UN’INDAGINE DI CONFCOMMERCIO TRACCIA UN QUADRO NAZIONALE CON DATI ANCHE PADOVANI.
IL PRESIDENTE BERTIN (ASCOM CONFCOMMERCIO): “CONFERMATA LA VALIDITA’ DEI NOSTRI INTERVENTI IN COLLABORAZIONE CON DIVERSE AMMINISTRAZIONI COMUNALI DELLA PROVINCIA”.
E DALLA FRANCIA ARRIVA UN AVVISO: “I GILET GIALLI CAUSATI ANCHE DAL DETERIORAMENTO DEL TESSUTO COMMERCIALE”
Il deterioramento del tessuto commerciale alla base del disagio sociale e della conseguente protesta.
Potrebbe essere lo scenario prossimo venturo del nostro Paese, ma intanto è il “déjà vu” della Francia dove un recente lavoro del consiglio di analisi economica della Presidenza della Repubblica francese indica che il disagio sociale e la protesta dei gilet gialli non sono esclusivamente collegati alla condizione economica individuale ma dipendono molto dalle variabili di contesto che caratterizzano e qualificano la vita delle comunità locali e tra queste variabili spicca il deterioramento del tessuto commerciale.
Questo del collegamento tra la chiusura dei negozi e l’aumento del disagio sociale è uno dei punti più interessanti dello studio presentato questa mattina da Confcommercio nazionale, studio peraltro condito da tutta una serie di dati, compresi quelli relativi al commercio padovano.
“Dati – commenta il presidente dell’Ascom Confcommercio, Patrizio Bertin – che confermano la contrazione del settore seppur non in misura drammatica come invece avviene in altre aree del Paese. Va da sé però che per contrastare il crescente fenomeno dei negozi sfitti, ancor più evidente nei centri storici, è necessario attuare politiche di rigenerazione urbana innovative”
Un terreno sul quale l’Ascom Confcommercio è da anni impegnata (si pensi solo al collegamento Eremitani – Santo tornato in auge nelle scorse settimane e prosecuzione di quel recupero di via Porciglia al quale venne attribuito, a suo tempo, addirittura un premio nazionale).
“Quello del terziario innovativo – continua Bertin – è un ruolo destinato ad avere sempre più peso in un contesto urbano caratterizzato dall’economia dei servizi e può rappresentare l’elemento in grado di trasformare le città in luoghi di ideazione di nuovi prodotti e servizi e non solo di consumo”.
Ma veniamo ai dati padovani.
L’elaborazione dell’Ufficio Studi di Confcommercio su dati SI.Camera, agenzia delle Camera di Commercio, conferma una costante diminuzione, dal 2008, degli esercizi commerciali sia in centro storico che nei quartieri. Ma se in centro la differenza tra il 2008 ed il 2019 è pari a 118 unità  (ma dal 2016 sono 19), in periferia sono “solo” 59 (8 dal 2016). Ovviamente la suddivisione per categorie (vedasi tabella) offre uno spaccato interessante sulle singole dinamiche ma con pochi comparti in crescita (informatica e telecomunicazioni, farmacie e ambulanti) e tutti gli altri in contrazione.
Diverso  l’andamento per alberghi, bar e ristoranti saliti da 646 a 670 (in centro) e da 546 a 635 (nei quartieri) con una dinamica positiva per entrambe le tipologie.
“Quello che emerge – continua Bertin – è che i canoni di locazione sono un elemento importante per capire la dimensione della vitalità della città: canoni declinanti indicano deterioramento del contesto urbano e, quindi, rendono più probabile anche la riduzione delle attività commerciali”.
Da qui le proposte, in verità già oggetto dell’azione dell’Ascom Confcommercio, non solo a Padova ma anche in altri comuni della provincia dove accordi con le amministrazioni comunali sono attivate per realizzare progetti che valorizzino il commercio come parte integrante dello sviluppo e dell'identità urbana, secondo logiche di co-progettazione della città.

TABELLA DATI PADOVA

Padova 20 febbraio 2020