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LA CRISI DEL TRASPORTO PUBBLICO DOPO IL LOCKDOWN IMPONE UNA NUOVA VISIONE DELL’ACCESSO ALLA CITTA’


BERTIN (CONFCOMMERCIO VENETO E ASCOM PADOVA): “LA GENTE NON USERA’ PIU’ I MEZZI, SERVE UN NUOVO PIANO CON PIU’ PARCHEGGI”
Bene che vada  il trasporto pubblico non riuscirà a coprire più del 25 – 30% dell’utenza qual era nel pre-Covid. Lo dicono i tecnici, ma lo dice anche il buonsenso.
“Sento – dichiara il presidente della Confcommercio Veneto e Ascom Padova, Patrizio Bertin – che gli stessi parlamentari, grandi utenti del treno, vanno a Roma rigorosamente in auto, così come sento tanti padovani che si guarderanno bene dal salire in autobus o in tram anche una volta che il trasporto pubblico sarà ripristinato”.
D’altra parte, come dargli torto?
“Il problema – aggiunge – è che sento anche soluzioni a dir poco semplicistiche, come quelle che vorrebbero buona parte del trasporto pubblico sostituito dalla bicicletta o dal monopattino. Mezzi sicuramente interessanti per gli universitari e per una parte della popolazione, ma decisamente improponibili per una gran parte della cittadinanza e, soprattutto, per i pendolari”.
Almeno fino a quando dovremo convivere col virus, ovvero per ancora un bel numero di mesi, la soluzione non potrà che essere l’auto
“Tutte le proiezioni dicono che aumenterà il numero dei veicoli che entreranno nelle nostre città – continua Bertin – per cui sarebbe sciocco che Padova non si preparasse, fin d’ora, a questa nuova modalità. Ed essere pronti significa approntare un piano parcheggi che aumenti sensibilmente il numero dei posteggi in modo così da offrire alla città la possibilità di essere “viva”, ovvero di poter accogliere le persone che, dopo mesi di stop, avranno voglia di ritornare a frequentare i nostri negozi”.
Il tema dunque è quello del post lockdown.
“Già la decisione del governo –conclude Bertin – di rinviare di settimane intere una ripresa che tutti ci attendevamo non oltre l’11 maggio, ha fiaccato l’entusiasmo anche dei più ottimisti. Vediamo di non aggiungere ad errore altri errori, uno dei quali sarebbe di sicuro quello di pensare a ritornare alla città così com’era prima del 23 febbraio”.

Padova 28 aprile 2020