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LA SIRENA DELLA CONFCOMMERCIO PADOVANA SENTITA IN TV DA 6 MILIONI DI ITALIANI

BERTIN (PRESIDENTE CONFCOMMERCIO VENETO): “SPERO POSSA SERVIRE A FAR ACCORCIARE I TEMPI DELLA FASE 2”.
INTANTO LA CONFCOMMERCIO REGIONALE, A NOME DI 292.561 IMPRESE E 937.122 LAVORATORI DEL TERZIARIO, INDIRIZZA UNA LETTERA APERTA AI PREFETTI
Unità più, unità meno, sono stati circa 6 milioni gli italiani che hanno seguito sui tg nazionali e regionali la sirena che ha rappresentato il grido di dolore delle donne e degli uomini che lavorano nel commercio, nel turismo e nei servizi.
“Mi hanno telefonato un po’ da tutto il Paese – commenta il giorno dopo Patrizio Bertin, presidente di Confcommercio Veneto e Ascom Padova – per complimentarsi per l’idea semplice e al tempo stesso efficace. Spero che possa servire a far sì che, in sicurezza, si possano accorciare i tempi della fase 2”.
Tempi che, se mantenuti nelle previsioni attuali, rischiano di metterci di fronte ad una vera e propria ecatombe di micro e piccole imprese.
Ed è dunque per evitare tutto questo che una LETTERA APERTA, a nome delle 292.561 imprese del terziario e del turismo venete (un quinto delle quali attive in provincia di Padova), è stata indirizzata dalle associazioni che fanno parte della Confcommercio regionale ai prefetti delle sette province perché si facciano portavoce presso il governo al fine di ottenere misure tempestive ed efficaci di sostegno.
Nella lettera, che lamenta come le micro e piccole imprese,  senza un supporto concreto e senza modalità certe per la fase 2, non siano in grado di continuare la loro attività, si fa espresso riferimento al fatto che le imprese non hanno alcuna garanzia di poter riprendere adeguati flussi di entrata in tempi brevi, anche dopo la riapertura, e la crisi di liquidità ne mette a repentaglio la sopravvivenza.
E metterne a repentaglio la sopravvivenza significa  mettere a repentaglio anche l’occupazione di 937.122 persone (il 58,3% di tutti i lavoratori regionali) e 155 miliardi di euro di fatturato (il 50,7% del totale).
“Nella lettera – spiega Bertin – facciamo presente che i settori del commercio, del turismo e dei servizi hanno la necessità di interventi mirati ed immediati, idonei a garantire una vera liquidità, sostegni a fondo perduto, azzeramento della burocrazia, sospensione dei carichi fiscali e contributivi”.
“Le ripercussioni – si legge in un significativo passaggio della lettera che il presidente non manca di sottolineare - sarebbero gravissime in termini economici e sociali, considerato il ruolo occupazionale di comparti che non delocalizzano e garantiscono posti di lavoro nei piccoli e grandi comuni del Veneto”.

LETTERA APERTA AL GOVERNO

PADOVA 2 MAGGIO 2020