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UNA VOLTA ERA PANE AMORE E FANTASIA. ORA E’ PANE SPESE E DEBITI

UNA VOLTA ERA PANE AMORE E FANTASIA. ORA E’ PANE SPESE E DEBITI

Non la tocca piano Carlo Quartesan, presidente del Gruppo Panificatori di Confcommercio Ascom Padova, mostrando le bollette di luce e gas che gli sono appena arrivate, 4082 e 3665 rispettivamente per energia elettrica e gas.

“Stimo che un 30% dei panifici deciderà di chiudere definitivamente le serrande a breve, non sono più in grado di far fronte all’insostenibile aumento dei costi per l’energia e per le materie prime, per non parlare delle tasse”, commenta a caldo Quartesan, con rassegnazione mista a rabbia.

“La situazione del comparto è drammatica – continua Quartesan - le bollette come potete vedere sono quasi cinque volte più pesanti di un anno fa, mentre i guadagni sono scesi del 30-40%. E siamo solo alla fine dell’estate. E notare che anche l’IVA in bolletta è quintuplicata, quindi lo Stato ci sta guadagnando da questa situazione”.

Dopo due anni di pandemia, con una guerra alle porte di casa che sta minando equilibri politici ed economici a livello mondiale, la crisi climatica che incide pesantemente anche sulla produzione delle materie prime necessarie per produrre il pane e non solo e la caduta del governo e conseguenti prossime elezioni che aprono scenari inediti e preoccupanti sul fronte interno, veramente sembra non mancare più nulla per parlare di tempesta perfetta.

“Io e i miei colleghi le stiamo provando tutte – dice ancora Quartesan – cerchiamo di tenere chiuso al pomeriggio, di accendere un forno su due, di ridurre la produzione di prodotti, di ridurre l’illuminazione, ma è una lotta impari: sono solo pannicelli caldi .  A tutto questo poi si deve aggiungere che molte realtà commerciali del settore prima della pandemia avevano provato a diversificare le proprie attività, aggiungendo magari il bar e la pasticceria: a lavori conclusi però è arrivato il lockdown, il mondo si è “frizzato” e i guadagni auspicati non sono arrivati. Sono arrivate solo le rate dei prestiti da pagare e molti conti sono finiti in rosso”.

“Come ha ben detto il nostro presidente Bertin – continua Quartesan - servono un tetto al prezzo dell’energia e una moratoria su larga scala, per evitare che cartelle esattoriali e spese schizzate ormai fuori controllo costringano gli imprenditori a reperire i denari necessari al di fuori dei canali legali”.

E che sia scontato un ritocco dei listini a settembre Quartesan lo conferma, anche se limitato ad un 10 % che di per sè non sarà in grado di garantire margini di guadagno ma più che altro cercherà di attutire il malcontento dei clienti che a questi aumenti ormai sono rassegnati.

“La verità amara è che le nostre aziende sono come famiglie, passiamo più tempo con i nostri collaboratori che con i nostri cari, e siamo ben consapevoli che se chiudiamo o licenziamo il danno è duplice, per noi e per il sistema economico generale, perché così facendo si produce solo povertà”.

Il drammatico silenzio della politica impegnata nella campagna elettorale più assurda di sempre in merito ai consumi energetici e ai relativi costi fa da impietoso contraltare alla richiesta di risposte da parte delle imprese.

Padova 26 agosto 2022

Bolletta energia elettrica 2021 

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Bolletta gas 2021

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