
Monica Soranzo (Padova Hotels Federalberghi Ascom Confcommercio): “Meno sicurezza e disparità di trattamento. In italia la certezza del diritto sembra quasi un optional”.
Patrizio Bertin (presidente Confcommercio Ascom Padova): “Non si vuole capire che in ballo c’è il futuro stesso delle nostre città”
Provoca e sa di provocare.
“Provate a immaginare se anche noi in hotel adottassimo il sistema di eliminare il riconoscimento “de visu” e, magari, non dovessimo più inviare, entro sera, la nota alla Questura. Ecco, la sentenza del Tar del Lazio realizza tutto questo: meno sicurezza e disparità di trattamento su attività che operano in un medesimo mercato”.
E’ a dir poco sorpresa, Monica Soranzo, presidente di Padova Hotels Federalberghi Ascom Confcommercio, della decisione del Tar laziale che ha annullato la circolare del Ministero dell’Interno che, nel novembre scorso, aveva introdotto per i gestori di affitti brevi l’identificazione “de visu”.
In buona sostanza il tribunale amministrativo contesta da un lato che una circolare possa avere effetto di legge e, dall’altro, che una verifica di persona non escluda poi la possibilità che in quell’appartamento, possano alloggiare soggetti non identificati.
“Ancora una volta - commenta il presidente dell’Ascom Confcommercio di Padova, Patrizio Bertin - siamo di fronte al proverbio che vuole che “quando il saggio indica la luna, lo stolto guardi il dito”. Qui non è il ballo solo il controllo di chi utilizza l’affitto breve, peraltro sacrosanto per quanto riguarda la sicurezza, ma il futuro stesso delle nostre città sempre più private di alloggi per le famiglie, per i lavoratori e per gli studenti. Urge quindi un intervento legislativo ad ampio spettro che regoli gli affitti brevi, non riduca le città a luoghi senza più comunità e dunque senza più negozi e, nello stesso tempo, garantisca i proprietari che, giustamente, in assenza di tutele per la loro proprietà, cercano forme alternative di salvaguardia”.
La decisione del Tar del Lazio finisce dunque per gettare sale sulla ferita.
“In Italia la certezza del diritto sembra quasi un optional - continua Soranzo - e spiace vedere invece come ci si comporta in Paesi dove il turismo è una parte fondamentale del Pil, come del resto da noi”.
La presidente di Padova Hotels Federalberghi Ascom Confcommercio si riferisce alla decisione adottata dal Governo spagnolo che ha invitato Airbnb a rimuovere dalla piattaforma oltre 65mila annunci perché non rispettosi delle norme.
“Chiediamo - insiste Soranzo - che anche in Italia si faccia altrettanto e che vengano sanzionate le piattaforme che non rispettano le leggi dello Stato. D’altra parte è lo stesso Ministero del Turismo che asserisce che sono più di 82mila gli alloggi italiani ancora privi del codice identificativo nazionale, nonostante siano passati ormai quasi cinque mesi dall’entrata in vigore dell’obbligo di dotarsi del CIN e di pubblicarlo in tutti gli annunci”.
Ma c’è di più. Federalberghi ha rilevato oltre 50mila annunci di alloggi italiani pubblicati su Airbnb e si è detta disponibile a fornire alle amministrazioni interessate gli esiti della ricerca, comprensivi delle liste degli alloggi privi del CIN.
“La legge - conclude Soranzo - prevede, in caso di mancata pubblicazione del CIN, una sanzione da 500 a 5.000 euro per ciascuna unità immobiliare, nonché l’obbligo di rimozione dell’annuncio irregolare pubblicato. Questo per ribadire che, in termini generali, gli albergatori non sono contrari agli affitti brevi che rappresentano comunque un segmento del mercato turistico. Chiedono però che le regole siano le stesse. Poi sta al cliente decidere se affittare un appartamento o godere dei servizi e dei “plus” che solo l’hotel è in grado di offrire”.
PADOVA 28 MAGGIO 2025
