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SEMPRE MENO SPORTELLI BANCARI IN PROVINCIA

Attualmente, comprese sigle di finanziarie e credito al consumo, sono 354. "scoperti" 10 comuni su 101.
Bertin (Confcommercio Veneto e Ascom Padova): "problema economico ma anche sociale"

All'inverno demografico rischiamo di aggiungere anche l'inverno imprenditoriale, nel senso che nascono meno imprese di quelle che scompaiono.

Certo: c'è stata la crisi, poi il covid, adesso i dazi e le guerre.

E poi il ricambio generazionale che batte in testa.

Però c'è un dato che porta a pensare che una chiave di lettura potrebbe essere anche quella che, in provincia di Padova, è in atto anche un "inverno bancario".

Ovvero: sempre meno sportelli bancari presenti nei 101 comuni della provincia e in dieci di questi proprio le banche non esistono.

"Difficile dire se non si ripropone il più classico dei dilemmi - commenta il presidente di Confcommercio Veneto e Ascom Padova, Patrizio Bertin - cioè: non ci sono sportelli perchè non ci sono imprese o non nascono imprese nei comuni dove non ci sono (o sono rari) gli sportelli bancari?"

Ad aiutarci nel fornire una mappa della distribuzione bancaria sul territorio ci viene in soccorso il sito Tuttitalia.it che allo scorso 5 giugno, ovvero meno di una settimana fa, indicava in 354 gli sportelli presenti sul territorio provinciale, appartenenti a ben 50 istituti diversi, alcuni con un solo sportello, qualcuno appartenente ad istituti che non definiremmo banche perchè, ad esempio, fanno credito al consumo, altri ancora perchè sportelli unici di banche straniere.

La parte del leone, vuoi per i suoi trascorsi anche come Antonveneta, è Il Monte dei Paschi di Siena con 63 sportelli, seguito da Intesa Sanpaolo con 58 (una matrice soprattutto in Cassa di Risparmio), quindi la BCC Veneta con 35 (un passato come BCC Patavina e prima ancora come Sant'Elena e Piove di Sacco) e la BCC di Roma con 30 sportelli che un tempo erano quelli dell'Alta Padovana e prima ancora di Campodarsego e San Martino di Lupari.

Chiude l'elenco delle banche che hanno più di venti sportelli, Unicredit che ne annovera 25.

Più complessa e articolata la presenza sul territorio.

E anche i trascorsi storici.

"Va detto - continua Bertin - che abbiamo assistito ad una stagione nella quale gli sportelli nascevano come funghi.

Addirittura a Padova città e nei centri più importanti della provincia, più di uno sportello bancario si era insediato al posto dei negozi creando, di fatto, una "bolla" che negli anni successivi si è man mano dissolta.

Ora siamo nella situazione opposta con tanti locali sfitti che non sono, purtroppo, più nè banche nè negozi. 

Parafrasando il grande Totò: abbiamo avuto una grande morìa delle banche!".

Attualmente a Padova, sempre secondo il sito Tuttitalia.it, ci sono 112 sportelli.

"In verità sono molti di meno - aggiunge il presidente dell'Ascom Confcommercio - perchè, come abbiamo detto, molti sono o sedi finanziarie o filiali di attività di credito al consumo.

Per cui non dovremmo andare distanti se diciamo che se non saremo alla metà poco ci manca".

Più agevole la lettura in provincia dove lo sportello, quasi sempre, è veramente tale.

E allora, se in comuni come Barbona, Castelbaldo, Cinto Euganeo, Granze, Polverara, Pozzonovo, Sant'Urbano, Terrassa Padovana, Urbana e Veggiano le banche latitano, in tanti altri, di banche, ne è rimasta una sola.

"La presenza degli sportelli è comunque un indice di vitalità imprenditoriale - mette in luce Bertin - ed infatti l'Alta Padovana e la Cintura Urbana vantano presenze decisamente maggiori rispetto alla Bassa Padovana dove solo i centri maggiori hanno numeri importanti".

Ai 13 di Cittadella, agli 8 di Campodarsego, ma anche ai 7 di Vigonza, ai 6 di Limena, Abano e Albignasego (tanto per citare alcuni comuni dell'Alta e della Cintura, ma non sono pochi i comuni di quelle aree che hanno anche 3/4 sportelli), si oppongono poche realtà non dell'Alta o della Cintura: Monselice e Piove di Sacco ne hanno 10, Este 7 e Montagnana 5.

"Il problema - conclude Bertin - è sì economico ma è anche sociale.

Tutti ormai siamo abituati a pagare e riscuotere on-line ma ci sono fasce della popolazione (e non sono necessariamente gli anziani, alcuni dei quali sono operativi sugli IPhone meglio dei nipoti) che per determinate operazioni gradirebbero il supporto di un bancario.

Oggi questo è diventato non certo impossibile, ma certamente difficile e anche la chiusura di uno sportello bancario può risultare decisivo per scadere in quella desertificazione che è uno dei temi sui quali la nostra associazione sta battendosi in tutte le sedi nella convinzione che una vetrina spenta, in primis di un negozio, ma anche di una banca, diventi il Cavallo di Troia per l'avanzare del degrado".

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PADOVA 10 GIUGNO 2025