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NON C’È SOLO IL CENTRO CHE SOFFRE PER I CANTIERI DEL TRAM

Bertin (Confcommercio Ascom Padova): “Aree appena fuori del centro, periferie, comuni limitrofi: migliaia di attività economiche in sofferenza”
Il fastidio più grande? I cantieri aperti e poi interrotti

Non sono solo i negozi del centro che soffrono per i cantieri del tram.

“E’ pacifico - dichiara il presidente dell’Ascom Confcommercio di Padova, Patrizio Bertin - che faccia più notizia l’auto che blocca il bus in un corso Milano ad ostacoli causa cantieri tramviari che non i negozi di Ponte di Brenta o di Rubano che annaspano e rischiano la chiusura per asfissia da cantiere.

Ma è altrettanto pacifico che i negozi sulle tratte interessate appena fuori del centro, in periferia o anche nei comuni limitrofi, siano tantissimi e per essi, come per quelli del centro, non saranno certo i ristori messi a disposizione del Comune che potranno, per quanto utili, determinare la sopravvivenza dei negozi stessi.

Più che i ristori, come ho già detto, saranno i tempi a determinare la sopravvivenza o meno degli esercizi”.

Attività economiche che sono ben 1679 nel comune di Padova, poche a Vigonza (il tram arriverà solo fino a Busa), ma altre centinaia sono disseminate lungo il tragitto in comune di Rubano fino a toccare Mestrino.

“Ogni giorno - continua Bertin - raccolgo personalmente le telefonate di colleghi giustamente preoccupati e a decine sono quelle che giungono in associazione. Sono preoccupati a Voltabarozzo come a Sarmeola, in via Chiesanuova come a Ponte di Brenta, in via Venezia come in zona Ospedali ma soprattutto, ad essere preoccupati, non sono solo i colleghi che sono fronte tragitto, ma tutti quelli che hanno la propria attività anche nel raggio di vie intere che i cantieri rendono, di fatto, difficilissime da raggiungere”.

“E’ a queste attività - continua il presidente dell’Ascom Confcommercio - che bisogna dare delle risposte e a poco serve dire “ma dopo ci saranno benefici” se quei benefici arriveranno dopo che le serrande saranno state definitivamente abbassate”.

Urgono dunque risposte e urge, soprattutto, un monitoraggio costante dell’avanzamento dei lavori.
“Se c’è un aspetto che disturba e che aumenta il disappunto dei colleghi - conclude Bertin - sono i cantieri aperti e poi interrotti. Danno l’idea di una scarsa attenzione verso le difficoltà di chi, dal proprio negozio, trae di che sostenere le famiglie (sua e dei collaboratori). Per cui: chi ha il potere di farlo incalzi le imprese che stanno effettuando i lavori. Le tenga sotto controllo con l’obiettivo di chiudere i cantieri il più presto possibile!”

PADOVA 19 GIUGNO 2025