Bertin (Confcommercio Ascom Padova): “Le spese obbligate lasciano sempre meno spazio alle spese nei negozi di vicinato”
I timori per l’autunno, quando alle spese obbligate si aggiungeranno anche quelle scolastiche e le scadenze fiscali
Niente da fare: i consumi non crescono, nonostante il reddito reale sia oggi superiore ai massimi del terzo trimestre del 2021 (ma ancora inferiore, se guardiamo al lungo termine, rispetto al 2007).
“Come si dice in questi casi - commenta il presidente di Confcommercio Ascom Padova, Patrizio Bertin - “il cavallo non beve” per cui a redditi migliori non corrispondono consumi più alti”.
Da notare: tra il primo trimestre del 2023 e il primo quarto del 2025 i redditi reali sono aumentati del 2,3% a fronte di una stagnazione (+0,2%) della spesa reale dei residenti, con il conseguente incremento della quota di risparmio.
“Evidentemente manca la fiducia - continua Bertin - per cui se c’è qualche euro in più lo si destina al risparmio. Non che in assoluto questo sia un male, però senza la spinta dei consumi sarà impossibile un’accelerazione dell’attività economica nel suo complesso”.
A zavorrare la propensione alla spesa da parte delle famiglie c’è poi l’inflazione.
“E’ vero che l’andamento dei prezzi nel mese di giugno conferma una sostanziale stabilizzazione dell’inflazione - analizza il presidente - anche se la soglia psicologica del 2% non depone a favore. Il timore è che un’estate di possibili rincari anticipi un autunno di incertezze”.
I timori sono più che giustificati: i costi fissi per le imprese (energia, affitti, personale, utenze) sono cresciuti in media del +12% su base annua, con punte fino al +18% per i piccoli esercizi del commercio al dettaglio. Le bollette elettriche per le famiglie italiane sono aumentate del +20% rispetto al 2024, complice l’uso intensivo dei condizionatori e il prezzo dell’energia più alto rispetto alla media UE.
Le spese obbligate delle famiglie (energia, alimentari, trasporti, servizi scolastici ed estivi) sono arrivate a rappresentare oltre il 60% del budget mensile, erodendo il potere d’acquisto e lasciando sempre meno spazio per i consumi liberi e per la spesa nei negozi di vicinato.
“Le spese obbligate assorbono gran parte dei bilanci familiari - osserva Bertin - e per i piccoli negozi, privati dei consumi delle famiglie, la situazione diventa insostenibile: margini ridotti, costi fissi in crescita e consumi in calo. A settembre poi, con le spese scolastiche e le scadenze fiscali, si rischia un’ulteriore stretta”.
Serve dunque un cambio di passo, soprattutto sul fronte energetico dove, peraltro, si registra ancora una forte penalizzazione proprio a danno delle piccole imprese.
“In ogni caso - conclude Bertin - per quanto necessari, gli interventi centrali non saranno sufficienti. Serve anche un patto territoriale per salvaguardare il commercio di prossimità: servono iniziative promozionali condivise, eventi diffusi, valorizzazione dell’esperienza d’acquisto locale e del nostro capitale umano. D’altra parte deve essere chiaro che le piccole imprese sono l’ossatura del sistema economico e meritano un’attenzione vera. Sintetizzando: più azioni concrete e meno discorsi di facciata. Non per nulla ci aspettano mesi impegnativi. Però Confcommercio Ascom Padova è pronta ad affrontarli assieme a chi, ogni giorno, con coraggio e fatica, continua a tirare su la saracinesca”.
PADOVA 2 LUGLIO 2025
