Patrizio Bertin (Confcommercio Veneto e Ascom Padova): "Se ricadranno sui commercianti verrà penalizzato lo sforzo della categoria per incentivare la digitalizzazione"
Intanto si scopre che i pagamenti elettronici, nel 2024, hanno superato il contante
Eppure, pur preferendo le carte (e altri sistemi) la gente vuole il contatto umano.
"Chissà se l'hanno saputo anche le banche che hanno lasciato senza sportelli in provincia un Comune su 10!"
Non è la prima volta e non sarà nemmeno l'ultima, ma anche in questo frangente l'impressione è che l'impegno finisca per tradursi in una penalizzazione. La vecchia cara cultura popolare la tradurrebbe così: "Cornuti e mazziati".
Già, perchè dal 1° luglio scorso sono entrate in vigore nuove commissioni Bancomat per i pagamenti digitali e non è ancora chiaro se i commercianti, ancora una volta, si vedranno caricati di nuovi costi.
"Non disponiamo ancora di un monitoraggio generale, però, come temo possa avvenire, sarebbe profondamente scorretto - commenta il presidente di Confcommercio Veneto e Ascom Padova, Patrizio Bertin - perchè non verrebbe riconosciuto l'importante sforzo compiuto dalla nostra categoria per incentivare la digitalizzazione dei pagamenti".
Vero è che un recente accordo Confcommercio-Intesa San Paolo ha azzerato le commissioni fino a 10 euro, però non c'è solo Intesa San Paolo sul mercato del credito.
Naturalmente, quando parla di sforzo importante, Bertin ha ragioni da vendere.
Secondo i dati dell'Osservatorio Innovative Payments del PoliMI ripresi dal Sole 24 Ore, per la prima volta, nel 2024, i pagamenti digitali hanno superato il contante in termini di valore transato: 481 miliardi di euro, l'8,5% in più del 2023.
Nel 2024 il 43% dei consumi è stato regolato con strumenti elettronici, mentre l'uso del contante si è fermato al 41%. Solo il 16% ha fatto uso di bonifici, addebiti in conto corrente e assegni.
"L'indagine - osserva Bertin - assegna ai negozi il merito di aver compiuto questa "rivoluzione culturale". Oggi 9 pagamenti su 10 che avvengono in negozio con carta, sono contactless a dimostrazione della crescente familiarità con questi mezzi anche da parte della popolazione (a questo punto è doloroso dirlo) "meno giovane" e non certo "più anziana". Così come si è sciolto come neve al sole il racconto dell'esercente "restio alle carte". Un'indagine Ipsos ha certificato che il 53,5% dei piccoli esercenti preferisce le carte ad altri strumenti, anche per la sicurezza. Una conferma a quanto da anni sosteniamo come Ascom Confcommercio Padova: non sono le carte che ci spaventano, ma i costi che ricadono sulle imprese ed è per questo che torniamo ad essere preoccupati per gli aumenti decisi da Bancomat".
Un'altra "leggenda metropolitana" era che l'Italia fosse il Paese europeo con meno POS. Era già vero il contrario prima della pandemia (che è stata, inutile negarlo, un forte incentivo alla rinuncia al contante), è ancor più vero oggi che i POS hanno raggiunto la cifra record di 3,5 milioni con una crescita significativa anche dei software POS che sono passati dai 40mila del 2023 ai 152mila del 2024.
"Togliete agli italiani i costi occulti - sorride amaro il presidente di Confcommercio Veneto e Ascom Padova pensando anche a quelli presenti nelle bollette di luce e gas - e vedrete che, in quanto ad innovazione, non sono secondi a nessuno".
Una riprova? I dispositivi wearable (smartwatch, anelli, portachiavi, ecc.) hanno raggiunto un transato di 2,5 miliardi di euro, in aumento del 57% rispetto al 2023 e sono in crescita anche i pagamenti effettuati direttamente dai veicoli (in-car payments) operazioni che potrebbero avere un forte sviluppo per operazioni come il rifornimento o il parcheggio.
Dunque elettronica a go-go. Eppure ...
Eppure un'indagine commissionata da Adyen (è una piattaforma tecnologico finanziaria specializzata in soluzioni dedicate ai pagamenti elettronici) dice che il 67% degli italiani, pur preferendo i pagamenti digitali al contante soprattutto quando acquista cibi e bevande in ristoranti, bar o attraverso servizi di consegna/asporto, vuole assolutamente il rapporto umano. In sostanza: piace agli italiani la rapidità del processo di pagamento quando è abbinato al rapporto umano che avviene durante la transazione. Ben il 77% degli intervistati considera, infatti, importante poter concludere la transazione in tempi brevi (cosa più difficile col contante e i relativi resti) , magari - si scherza - anche per evitare che la pizza si raffreddi!
Dunque, rapidità prima di tutto: la conferma arriva dal fatto che il 69% degli italiani sarebbe, infatti, disposto a pagare al tavolo tramite QR code o app, ma il 40% lo farebbe solo a fronte di un servizio rapido.
Tutto questo ci porta a non sorprenderci più nel momento in cui veniamo a sapere che il 61% degli italiani preferisce ancora pagare in cassa con un operatore, con una predilezione più marcata tra gli over 45, ma a sorpresa anche nella fascia 18-24 anni.
"Non so - conclude Bertin - se il tema sia all'attenzione delle banche che, salvo qualche lodevole eccezione, stanno dismettendo i propri sportelli e in provincia hanno lasciato deserto un comune su dieci. L'home banking va bene per molte cose, un "buongiorno" va molto meglio per tante altre!"
PADOVA 7 LUGLIO 2025
