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IN 50 ALL’ASSEMBLEA DEI COMMERCIANTI DI PONTE DI BRENTA

In 50 all’assemblea dei commercianti di Ponte di Brenta
Patrizio Bertin (presidente Confcommercio Ascom Padova): “Il tram sarà anche il futuro, ma le attività, per non morire, hanno bisogno di risposte per il presente”

"Possibile che tra tutti i fondi del PNRR che sono stati impegnati per la realizzazione delle nuove linee del tram non si potesse individuare anche una dose di ristori per le attività economiche danneggiate dai cantieri? Per la pubblicità i soldi si sono trovati..."
Si è conclusa con questa richiesta/provocazione nei confronti dell'amministrazione comunale, l'assemblea degli operatori economici di Ponte di Brenta chiamati a raccolta dall'Ascom Confcommercio (una cinquantina quelli che non hanno avuto paura di sfidare la pioggia) per capire fino a dove e fino a quando la pazienza di chi sta vedendo gli affari decurtati dai cantieri, potrà essere arginata.

"Perchè non c'è dubbio che di pazienza ne state portando tanta - ha esordito il presidente dell'Ascom Confcommercio, Patrizio Bertin, intervenuto assieme al direttore dell'associazione, Otello Vendramin e alla presidente dell’Associazione Al Ponte, Silvia Stefanello, alla serata convocata presso la San Marco Calcio in piazza Barbato - e noi stasera siamo qui dirvi, una volta di più, che l'Ascom Confcommercio se da un lato non molla la presa e tallona il Comune, dall'altro si mette a vostra completa disposizione per superare le difficoltà che sicuramente emergeranno da qui alla chiusura dei cantieri".

Si potrà dunque chiamare l'Ascom per quello che è a tutti gli effetti un "SOS cantieri" che servirà a superare le difficoltà del momento ma non certo il danno che gli stessi cantieri stanno causando e che, si spera, non valichino i tempi della ripresa delle scuole.
Bertin, nel suo lungo intervento, ha evidenziato dubbi, azioni, solleciti che l'Ascom, fin dal 2023, ha posto sul tappeto e che, ripresi dalla stampa, hanno fatto sì che il direttore Vendramin presentasse un plico di centinaia di pagine di ritagli di giornale.
"Se il Comune ci dice che il tram è il futuro - ha scandito Bertin - chi vive del proprio lavoro deve fare i conti anche col presente e di questo siamo sempre stati convinti tanto da commissionare ad un istituto demoscopico una ricerca indipendente sui pregi e i difetti della nuova infrastruttura".
Una ricerca che, presentata un anno fa, richiamava l'attenzione sui tempi di realizzazione dei lavori, sul rispetto delle date per un minimo di programmazione, sulla necessità che non ci fossero tempi morti.

"Invece - ha continuato il presidente - le date non vengono rispettate e di tempi morti ne possiamo documentare a iosa".
Bertin ha poi ripercorso le tappe di un confronto con l'amministrazione che non ha certo brillato per coinvolgimento.
"In tema di ristori - ha sottolineato - l'idea iniziale del Comune era di mettere sul piatto 300mila euro. Abbiamo fatto presente che per una situazione analoga alla nostra, il Comune di Bologna di euro ne aveva stanziati 3 milioni. Siamo così arrivati, grazie all'assessore Bressa col quale comunque c'è un dialogo aperto, a 1.770.000 euro. Ancora troppo poco se, come lo stesso Comune ci ha comunicato, le attività economiche che insistono sulle tratte interessate sono più di 1600".

Tanto o poco che sia lo stanziamento, comunque riguarderà solo chi ha l'attività fronte cantiere ("E quelli delle vie limitrofe, non sono state altrettanto danneggiate?" gli ha dato manforte la sala), e saranno comunque sconti sulle tasse (insegne e Tari, con limitazioni e previa documentazione) .
Ovviamente non sono mancati i riferimenti alla programmazione commerciale del centro e dei quartieri, come non sono mancati il richiamo all'assenza di parcheggi e l'ostracismo verso le auto.
"Non è possibile privare i consumatori della comodità dell'auto - ha ribadito il presidente - anche se in futuro potremo disporre di un servizio pubblico che ci auguriamo efficiente dopo tanti sacrifici".

Qui la platea ha rimarcato la promessa, senza seguito, per un servizio di Pollicino destinato proprio a Ponte di Brenta e, pur mantenendo una pacatezza non scontata per chi teme, realmente, di rischiare di chiudere, si è chiesta se la comunicazione e la cartellonistica non stiano facendo più danni del dovuto.

"Purtroppo - ha evidenziato Bertin - è passata l'idea che Ponte di Brenta sia chiusa e non sono state messe in atto adeguate controinformazioni, però è Padova tutta che dà l'idea di essere una città chiusa. Una città che deve molto al commercio visto che sono i negozi che garantiscono vivibilità e sicurezza ma che, purtroppo, sta dimenticando i piccoli che comunque contribuiscono alla vita di 2/3/4 famiglie, per diventare sempre più tributaria delle grandi multinazionali che, tanto per dare l'idea di quanto siano interessate al territorio, faticano persino a sborsare pochi euro per attivare le luminarie natalizie".

Si diceva: clima pacato nonostante le preoccupazioni.
"Ma se all'inizio di settembre i cantieri saranno ancora lì, non è da escludere che chi stasera è qui (e diversi altri) non si presentino sotto Palazzo Moroni!"


PADOVA 9 LUGLIO  2025