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AFFITTI BREVI, IL TAR DELLA LOMBARDIA DÀ RAGIONE A SIRMIONE


Silvia Dell'Uomo (Confcommercio Ascom Padova): “Serve una risposta anche a Padova, prima che sia troppo tardi”

Il TAR della Lombardia ha confermato la piena legittimità del regolamento adottato dal Comune di Sirmione sugli affitti brevi, rigettando il ricorso presentato da un operatore del settore.
Una sentenza che segna un punto fermo nel dibattito nazionale, riconoscendo il diritto dei Comuni – soprattutto quelli più esposti al fenomeno dell’overtourism – a stabilire criteri stringenti per garantire qualità, sicurezza e rispetto dei residenti.

Nel caso di Sirmione, il regolamento comunale – in vigore già dal 2022 – prevede: impianti a norma, posto auto a breve distanza, almeno una stanza su quattro accessibile a persone con disabilità.
“È un pronunciamento importante – commenta Silvia Dell’Uomo, presidente degli agenti immobiliari e vicepresidente vicario dell’Ascom Confcommercio di Padova – perché riafferma il potere dei Comuni di difendere la vivibilità urbana e il diritto dei residenti. Purtroppo anche a Padova – come dimostrano i recenti casi di via Jappelli o della torre di piazzale Stazione – si mettono sul mercato stanze senza i requisiti minimi, pur di monetizzare”.

Il contesto giuridico resta complesso: in altri territori, alcuni regolamenti sono stati annullati o ridimensionati – come nel caso di Firenze, dove il TAR ha bloccato la norma che vietava nuovi affitti brevi nel centro storico, o il TAR del Lazio che ha respinto l’obbligo di identificazione “de visu” degli ospiti, previsto dal Governo. Tuttavia, la sentenza di Sirmione apre una strada chiara: le regole si possono fare, purché siano ben motivate e coerenti.

Sebbene Padova non sia ancora a livelli di criticità paragonabili a Venezia, Firenze o Roma – e nemmeno a Bologna o Verona – gli effetti della pressione turistica sul mercato degli affitti cominciano a farsi sentire.
Nella provincia padovana si contano già oltre 3.000 unità in affitto breve, per circa 7.000 posti letto. Questo spostamento progressivo di immobili dal mercato dell’affitto tradizionale a quello turistico sta generando squilibri significativi.

Trovare un appartamento è diventato impossibile, e non è solo una questione di prezzo – spiega Dell’Uomo – ma di offerta insufficiente. Qualche mese fa ho pubblicato un annuncio per un affitto: nel giro di poche ore, in agenzia, abbiamo ricevuto centinaia di telefonate, anche per un appartamento in periferia. Alcuni erano disposti a offrire di più pur di avere un tetto”.
Dell’Uomo non punta però il dito contro i piccoli proprietari.
“Se recuperare l’appartamento in caso di morosità è difficile, e se l’affitto breve garantisce un guadagno maggiore e tempi certi, è evidente che tanti scelgano questa strada. Ma così si svuota la città: senza residenti, senza studenti, senza negozi di vicinato Padova perde la sua anima”.

Diverse città si stanno già muovendo. Bologna ha introdotto un limite minimo di 50 mq per gli affitti brevi, Firenze ha imposto cucine abitabili e bagni adeguati. Ora Sirmione mostra che anche Comuni turistici di media dimensione possono adottare regole efficaci.
“Crediamo – conclude Dell’Uomo – che Padova debba agire prima di essere costretta a misure d’emergenza. Serve un blocco alle nuove autorizzazioni per affitti turistici brevi, magari concordato anche con i Comuni vicini.
Noi siamo disponibili da subito al confronto con l’amministrazione comunale per costruire una proposta condivisa, ragionevole e sostenibile. L’esempio di Sirmione dimostra che regolamentare non significa demonizzare, ma tutelare la qualità della vita e del turismo”.

PADOVA 19 LUGLIO 2025