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NUOVO ALLARME TRUFFE AI DANNI DEI NEGOZI DI ABBIGLIAMENTO


La truffa degli scatoloni: se vedono che ci sono scatoloni in negozio si spacciano per il corriere che deve ritirarli
Riccardo Capitanio (Federmoda Confcommercio Veneto e Ascom Padova): "Non c'è più nulla di cui stupirsi. Dobbiamo stare ancora più attenti"

In negozio scatoloni che si vedono da fuori. Squilla il telefono del punto vendita.
"Buongiorno, sono il corriere che deve ritirare i colli, sarò lì a minuti".
La telefonata, più o meno, ha questo tono gentile e di colli da ritirare (per errore nella consegna o per reso) effettivamente ce ne sono. Per cui niente di più verosimile. Ma anche niente di più falso!

“Purtroppo si tratta di una truffa, l’ennesima variante tra i mille e più modi di fare soldi facili ai danni di chi lavora onestamente".
Riccardo Capitanio, il presidente regionale veneto di Federmoda Confcommercio e presidente di Federmoda Ascom Padova, lancia l'ennesimo allarme: "Non c'è più nulla di cui stupirsi: ormai qualsiasi sfaccettatura dell'attività di un'impresa può essere sotto attacco: dalle "classiche" spaccate vecchie come il mondo, agli hacker che bloccano i sistemi operativi e chiedono un riscatto in bitcoin fino ai più gettonati "avvisi" di ricevimento di fantomatici bonifici che aprono le porte ai conti correnti dei malcapitati. Adesso registriamo anche la "presa rapace" che, peraltro, si presenta con almeno un paio di "novità": il monitoraggio dell'esercizio oggetto della truffa e poi l'esposizione fisica, a volto scoperto si potrebbe dire, di chi la truffa la mette in atto".

Una novità che merita sicuramente un supplemento di valutazione: sono caduti anche gli ultimi freni inibitori dei truffatori o le persone si sono fatte più accorte e dunque bisogna alzare l'asticella del rischio?
"Quello che emerge - analizza Capitanio - è che azioni di questo tipo richiedono ben più di un manipolo di "smanettoni" in grado di veicolare marchi di banche e messaggi accattivanti per convincere anche il più scettico a cadere nella rete. Qui c'è bisogno di una vera e propria organizzazione in grado di monitorare il punto vendita e disporre di un mezzo che, in qualche misura, possa dare l'idea che si tratti effettivamente di un corriere".

Ecco allora la raccomandazione che si accompagna all'invito a fare, in ogni caso, denuncia ai carabinieri.
"Ci sono alcune regole auree - mette sul "chi va là" Capitanio - che vanno tenute ben presenti: il corriere, di norma, è sempre lo stesso che opera col nostro fornitore e una telefonata di verifica può eliminare il rischio; diffidare poi se la chiamata arriva al telefono fisso del negozio (è un numero facilissimo da recuperare, meno facile se si deve fare riferimento a un cellulare)".

In ogni caso: occhio!
"Già il mondo del retail - conclude Capitanio - tra consumi in calo e concorrenza dell'e-commerce low cost o meno, vive una stagione di difficoltà. Se a questo ci aggiungiamo anche una partita di capi "volatilizzati", la chiusura, anche per lo sconforto, diventa realtà!"

PADOVA 22 LUGLIO 2025