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AGENTI DI COMMERCIO ESCLUSI DAGLI INCENTIVI PREVISTI A SETTEMBRE PER L’ACQUISTO DI AUTO ELETTRICHE


Carlo Trevisan (FNAARC Ascom Confcommercio di Padova): “Ancora una volta penalizzati da un fisco che non vuole riconoscere la specificità della nostra attività’”

Se c’è una categoria che usa l’auto per lavoro questa è quella degli agenti di commercio.
“Mediamente – riferisce Carlo Trevisan, presidente degli agenti e rappresentanti della Fnaarc Ascom Confcommercio di Padova – ci facciamo 60mila chilometri all’anno per promuovere i prodotti e i servizi delle aziende che rappresentiamo. Logica vorrebbe che gli incentivi per le auto arrivassero anche a noi”.

Invece no. Gli incentivi green previsti a settembre diventano l’ennesima occasione mancata per sostenere la mobilità degli agenti di commercio visto che la misura, com’è attualmente formulata, include per le microimprese gli autoveicoli N1 e N2, ovvero gli autoveicoli prevalentemente per trasporto merci, ma esclude le auto utilizzate dalla stragrande maggioranza degli agenti per svolgere la propria attività di microimpresa, trasportando i propri prodotti, vale a dire cataloghi, campionari e materiali per la promozione delle vendite, al pari di altre aziende.

“Che la nostra categoria non goda delle attenzioni del fisco è cosa arcinota – continua Trevisan – visto che l’adeguamento del tetto di deducibilità dell’auto è fermo dal 1986. Per l’erario, infatti, la deducibilità dell’auto corrispondente a 25.822 euro, cifra che ci permette a malapena di comprare un’utilitaria, decisamente insufficiente per chi, come noi, in macchina quasi ci vive e ha bisogno di sicurezza. Evidentemente solo al fisco sfugge che negli ultimi 20 anni, i prezzi delle autovetture siano aumentati del 44%. Quest’inadeguatezza fiscale ai valori di mercato delle auto costringe gli agenti a cambiare auto con minore frequenza, contribuendo ad aggravare, peraltro, la crisi di un settore in recessione com’è quello dell’automotive”.

L’augurio dei quasi 5mila agenti e rappresentanti di commercio padovani è che la politica capisca e operi di conseguenza.
“Nutro dei dubbi – conclude Trevisan – perché se il metro di paragone è quel 1986, significa che la “traversata del deserto” sarà ancora lunga. Però, come si dice: “la speranza è l’ultima a morire”.

PADOVA 29 AGOSTO 2025