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VIVERE A PADOVA? QUASI IL 50% IN PIU' CHE VIVERE IN UN PICCOLO COMUNE DELLA BASILICATA MA MENO CHE VIVERE A MILANO

Bertin (presidente Confcommercio Ascom Padova): "Non c'è solo la questione salariale, ci sono i servizi e le opportunità, ma tanti giovani che formiamo nella nostra università scelgono altri lidi ed è una perdita importamente"

Concorsi pubblici deserti al Nord: un classico di questi ultimi anni.
Motivo? Non certo l'abbandono della terra natia e degli affetti. Più prosaicamente il significativo divario nel costo della vita tra diverse regioni e tra città grandi e piccole. Per cui se in un piccolo comune del Sud uno stipendio, ad esempio, da insegnante, permette di vivere, nelle grandi aree metropolitane del Nord no.

A mettere nero su bianco e, soprattutto, a fornire numeri su ciò che in verità un po' tutti intuiamo, ci ha pensato l'OCPI (Osservatorio Conti Pubblici Italiani - Università del Sacro Cuore), che ha messo in relazione il diverso valore dei soldi nei comuni con meno di 50mila abitanti, in quelli con più di 50mila e, infine con le città metropolitane.
Per farlo ha individuato in un piccolo comune della Basilicata il valore 100 e su questo ha poi rapportato lo studio. Ne è venuto fuori che nelle aree metropolitane il costo della vita supera quello dei piccoli comuni in media dell’11% ma se all'interno della stessa macroregione (Nord, Centro e Sud) le differenze tra comuni simili per demografia sono contenute, tra Nord e Sud il confronto è impari: il costo della vita nei piccoli comuni lombardi supera del 43% quello dei piccoli comuni della Basilicata, mentre tra Milano e Napoli la differenza è del 50%. Di più: tra Milano e il piccolo comune della Basilicata la differenza supera il 70%.

Detto questo, la domanda sorge spontanea: perchè mai l'insegnante lucano dovrebbe lasciare il natio paesello visto che il suo stipendio vale almeno tre quarti di più del suo collega meneghino?
La risposta è ovvia. Ma lasciando perdere Milano, il nostro insegnante potrebbe scegliere di venire a Padova?
Se lo fa (e di motivi probabilmente ne avrebbe molti ma non certo legati alla retribuzione) deve sapere che deve rinunciare a circa il 50% del valore del suo stipendio visto che i comuni individuati tra quelli con più di 50mila abitanti scontano un indice intorno a 145, in un range compreso tra 143 e 147. Non avrebbe grandissimi vantaggi se, invece che nel comune capoluogo, scegliesse di stabilirsi in provincia, ovvero in uno qualsiasi dei 100 comuni sotto i 50mila abitanti che formano la nostra provincia. In questo caso l'indice si fermerebbe un punto sotto (144) con un range tra 142 e 146. Meno bene se invece dovesse scegliere l'area metropolitana di Venezia. In quel caso l'indice salirebbe a 152 (range 149 - 155), ma anche in questo caso non c'è paragone con Milano visto che il capoluogo lombardo supera dell’11% quello di Venezia e, peraltro, di oltre il 25% quello di Genova e Torino.

In una classifica che possa ricomprendere tutti i valori fin qui citati e desunti dall'OCPI su dati Istat del 2023 e riferiti ad una famiglia composta da due persone tra i 30 e i 59 anni (ma la ricerca dice che non fa grande differenza se ci sono figli) il Veneto, rispetto ad un complessivo di 60 posizioni (20 regioni per tre tipologie) sarebbe al quinto posto dopo Lombardia, Emilia-Romagna, Toscana e Lazio per le aree metropolitane, quindi al 12° posto per i comuni con più di 50mila abitanti e al 18° per i comuni under 50.

"Di fronte a certi numeri - commenta il presidente di Confcommercio Ascom Padova, Patrizio Bertin - è sempre bene non dimenticare il "pollo di Trilussa", però non vi è dubbio che diano un'idea su ciò che poi verifichiamo ogni giorno. Va detto che, a differenza dell'ambito pubblico, quello privato presenta una negoziazione salariale di secondo livello che viene incontro all'esigenza di riequilibrare i salari. Resta però il fatto che è sicuramente attribuibile anche ad un maggior costo della vita nella nostra realtà se poi non riusciamo a trattenere i molti giovani che escono dalla nostra Università, che scelgono magari di andare all'estero, privando così il tessuto sociale ed economico di una risorsa che avrebbe ricadute straordinarie".

"Però - conclude Bertin - il tema non può essere solo quello dei salari. A far scegliere una destinazione ci sono le opportunità e i servizi. Diversamente nessuno vorrebbe andare a Milano, ma non è così".

PADOVA 25 OTTOBRE 2025