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DEFISCALIZZAZIONE DEGLI AUMENTI DI STIPENDIO CONTRATTI 2025/2026

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Patrizio Bertin: “Inaccettabile penalizzare i contratti sottoscritti dalle organizzazioni maggiormente rappresentative.
Per lo stesso lavoro, deve esserci lo stesso trattamento”

“Non solo il danno, adesso c’è anche la beffa!”
Non va tanto per il sottile il presidente di Confcommercio Ascom Padova, Patrizio Bertin, di fronte alla prospettiva che la legge di Bilancio introduca la defiscalizzazione degli aumenti di stipendio corrisposti ai dipendenti del settore privato solo ai rinnovi contrattuali sottoscritti quest'anno ed il prossimo.

Un regalo ai contratti pirata – va giù duro Bertin - contro i quali ci stiamo battendo a tutela dei lavoratori. In Italia, come abbiamo più volte rimarcato, abbiamo oltre 250 contratti nel solo terziario e, di questi, più di 200 sono "pirata": sottoscritti da non meglio precisati soggetti, con salari più bassi, tutele debolissime e niente welfare”.

Ricapitolando: i cosiddetti “contratti pirata” non prevedono la quattordicesima; le ferie e i permessi, quando ci sono, sono ridotti; le malattie e gli infortuni sono a copertura limitata e non c'è traccia di strumenti di welfare come sanità integrativa, previdenza complementare, formazione. Senza dimenticare che il lavoratore sottoposto a contratto "pirata" perde circa 8 mila euro l'anno rispetto al contratto di Confcommercio, ma ci sono anche casi in cui la perdita supera i 12 mila euro.

“Bene – continua Bertin - a fronte di tutto questo, peraltro con la volontà del governo di rafforzare il potere di acquisto dei lavoratori e sostenere la domanda interna, la stesura dell’articolo 4 definisce che la detassazione riguarda solo i rinnovi firmati dal 2025. Noi invece sosteniamo, e la nostra rappresentanza nazionale lo ha detto chiaramente questa mattina nel corso dell’audizione parlamentare, la detassazione deve valere anche per i contratti maggiormente rappresentativi già rinnovati nel 2024, anche solo per le tranches di aumenti che decorrono nel 2026, cioè quelli del terziario, del turismo e della ristorazione e diversi altri contratti del terziario di mercato”.
Il rischio? Lavoratori che svolgono lo stesso lavoro riceveranno trattamenti retributivi diversi solo per una data di firma.

"Voglio credere che si tratti di una svista – ammonisce il presidente di Confcommercio Ascom Padova – perché non è né possibile né accettabile una distinzione di categoria. Per contro si tratta di dare valore ai contratti più rappresentativi e al sistema delle relazioni sindacali che oggi vengono indebolite da ipotesi di salario minimo per legge e, per l’appunto, dai contratti pirata".
“In altre parole – conclude Bertinnoi riteniamo che la detassazione debba riguardare solo i contratti collettivi nazionali firmati dalle sigle più rappresentative, quelle che rappresentano realmente lavoratori e imprese. E’ un principio di correttezza ma anche un segnale di legalità rispetto al fenomeno del dumping contrattuale".

PADOVA 4 NOVEMBRE 2025