
Una campagna sui social di Confcommercio Ascom Padova e Ascom Servizi contro la violenza economica
Elena Morello (presidente Terziario Donna Confcommercio Ascom Padova): “Frenate dal lavoro familiare e dagli stereotipi”
Una premier donna, una capo dell’opposizione donna, una leader sindacale donna, governatrici di importanti Regioni donne. Eppure questo non sembra essere un Paese per donne e dove la parità di genere è ancora un’utopia.
Secondo il Gender Gap Index del World Economic Forum che analizza 4 dimensioni fondamentali: partecipazione economica e opportunità; rendimento scolastico, salute e sopravvivenza, rappresentanza politica, l’Italia è all’85° posto su 148 Paesi a livello mondiale.
Male. Però riusciamo a fare anche peggio. L’indice complessivo di chiusura del gender gap è addirittura passato dal 72% del 2021 e 2022, al 70,4 del 2024. A penalizzare il ranking del nostro Paese è soprattutto la partecipazione economica e le opportunità. Qui siamo al 38º posto tra i Paesi europei (dietro di noi solo Macedonia del Nord e Turchia), mentre non andiamo oltre un poco lusinghiero 117º posto se il raffronto avviene col resto del mondo (peggiorati di sei posizioni rispetto all’anno precedente). E nell’Unione Europea? Ovviamente ultimi.
Un basso tasso di occupazione femminile, un divario nel reddito da lavoro e soprattutto un divario salariale per lavoro di uguale valore sono alla base di questa poco edificante realtà.
“Se vogliamo proseguire con trend poco lusinghieri – commenta la presidente di Terziario Donna Confcommercio Ascom Padova, Elena Morello – potremmo portare altri parametri: 14° posto nel Gender Equality Index sviluppato dall’European Institute For Gender Equality (Eige) limitatamente ai Paesi Ue; solo il 16,9% dei consigli di amministrazione vede donne in ruoli esecutivi, solo il 2,3% e 3,6% del totale ha una donna rispettivamente amministratrice delegata e presidente del CDA”.
“Ci sono tante motivazioni che sottendono alla penalizzazione delle donne nel mercato del lavoro – continua Morello – a partire dall’accesso, per proseguire nelle retribuzioni e nella carriera, senza contare ciò che è ben noto a tutti, ovvero che l’occupazione femminile è frenata da un lavoro familiare asimmetrico. Se poi aggiungiamo l’ancora difficile scelta delle materie Stem, oggi necessarie in molte occupazioni, e l’ elevata concentrazione delle donne nei settori meno redditizi il quadro è completo”.
In attesa che entri in vigore la Direttiva Ue 2023/970 sulla trasparenza retributiva, è chiaro che ci sono anche gli stereotipi di genere che remano contro continuando a far ritenere, anche ai politici e ai datori di lavoro, che il lavoro di cura familiare sia un compito prevalentemente, se non esclusivamente, in capo alle donne, al quale si fa fronte ricorrendo al part time e finendo così per costringere le donne a rinunciare all’autonomia economica.
E proprio la mancanza di autonomia economica finisce per essere una motivazione forte della violenza di genere, tema al quale Confcommercio Ascom Padova e Ascom Servizi dedicano un “carosello” sui social di quattro immagini sulla violenza economica, alle quali ne faranno seguito altre, nelle prossime settimane, sulla violenza nei contesti aziendali e sulle violenze fisiche.
“Tu non lavori, non hai voce in capitolo” è una delle frasi che abbiamo scelto – sottolinea Silvia Zanellato, consulente per la Parità di Genere di Ascom Servizi Padova, riportando una frase inserita in uno dei quadri del “carosello” – ed è un “classico” che permane tutt’ora a conferma che la strada da fare è ancora tanta”.
Padova 20 novembre 2025
