
Inammissibile l’emendamento alla Legge di Bilancio per estendere la detassazione degli aumenti retributivi anche ai contratti sottoscritti nel 2024 (tra i quali quello di Confcommercio)
Il presidente Patrizio Bertin: “Va corretta una distorsione, anzi, un’ingiustizia nei confronti delle famiglie e delle imprese”
“Un errore che finirà per favorire i contratti pirata”.
Il presidente di Confcommercio Ascom Padova, Patrizio Bertin, non si capacita della nuova inammissibilità dell’emendamento alla legge di Bilancio con cui si puntava a estendere la detassazione degli aumenti retributivi erogati nel 2026 e derivanti dai rinnovi contrattuali, non solo ai rinnovi sottoscritti nel 2025 e nel 2026 (come previsto dalla Manovra), ma anche a quelli avvenuti nel 2024 (tra i quali quello, assolutamente maggioritario, di Confcommercio).
La proposta di modifica, peraltro avanzata dalla stessa maggioranza, puntava a estendere ulteriormente la platea dei beneficiari prevedendo un'imposta sostitutiva del 10% per i redditi tra i 28mila e i 35mila euro.
“L'emendamento in questione – sottolinea Bertin - era già stato dichiarato inammissibile per ragioni di coperture non meglio specificate. Ma adesso anche il secondo testo, che aveva quantificato in 90 milioni di euro il costo dell'intervento, è stato dichiarato inammissibile per via delle coperture economiche”.
“Una misura – continua il presidente di Confcommercio Ascom Padova - che serviva a rafforzare i redditi dei lavoratori e sostenere i consumi delle famiglie e che andava esteso anche ai contratti rinnovati nel 2024”
Così, almeno finora, non è stato.
"Il problema – rileva il presidente Bertin – è che senza questo intervento restano esclusi oltre cinque milioni di lavoratori del terziario e dei servizi (circa 70mila solo nel padovano) con il rischio di introdurre profonde disparità e rallentare il percorso di crescita”.
“Io voglio sperare – conclude il presidente - che il Governo trovi il modo di reintrodurre la misura, correggendo una distorsione – meglio, un’ingiustizia - che andrebbe a penalizzare le famiglie, le imprese e, in ultima analisi, l’intera economia”.
PADOVA 4 DICEMBRE 2025
