
Carlo Trevisan (presidente FNAARC Confcommercio Ascom Padova): “Confusione tra agenti di commercio e procacciatori d’affari, attività totalmente diverse”
Ci sono “contratti pirata” anche nel mondo degli agenti di commercio.
“Sul tema dei contratti sottoscritti da soggetti non rappresentativi, più volte richiamato dal presidente di Confcommercio Ascom Padova, Patrizio Bertin, c’è un aspetto del tutto particolare che riguarda anche noi rappresentanti di commercio”.
Carlo Trevisan è il presidente degli agenti di commercio che fanno riferimento a Confcommercio Ascom Padova e la sua uscita svela un sottobosco che deve preoccupare.
“I contratti pirata – spiega il presidente - hanno una loro analogia anche nel mondo della rappresentanza commerciale dove trovano applicazione gli accordi economici collettivi, sottoscritti da Agenti FNAARC con le principali organizzazioni delle imprese del commercio e dell’industria, che disciplinano il rapporto tra agente e mandante. Ebbene, il problema è che sempre più aziende usano impropriamente le figure del procacciatore d’affari o del consulente al posto dell’agente di commercio, pur se procacciatori e consulenti non ne hanno i requisiti. Risultato: confusione nei rapporti di lavoro tra mandante e agente e soprattutto contratti “seri” bellamente by-passati”.
In provincia di Padova sono circa 5mila gli agenti di commercio, rappresentanza consistente rispetto ai circa 210mila che operano sull’intero territorio nazionale.
“La figura dell’agente di commercio – continua Trevisan – è diversa da quella del procacciatore d’affari ed è una differenza ribadita di recente anche dalla Corte di Cassazione che ha stabilito che l’agente di commercio svolge un’attività stabile e continuativa di promozione nell’ambito di un rapporto professionale autonomo e non occasionale, con obbligo di iscrizione a Enasarco, che assicura copertura previdenziale integrativa e forme di assistenza sanitaria durante e dopo l’attività lavorativa. Per contro, il procacciatore d’affari non ha una stabilità e nemmeno una specifica professionalità, non gode di garanzie civilistiche e si limita a segnalare affari o raccogliere proposte per conto della mandante, senza poteri di rappresentanza né obblighi di promozione continuativa”.
Siamo pertanto in presenza di un soggetto che opera in modo episodico e non coordinato con l’azienda.
“Ed è qui – avverte il presidente della Fnaarc Confcommercio Ascom Padova - che si insinua l’utilizzo improprio del contratto da procacciatore per mascherare un vero rapporto di agenzia: scorretto e rischioso perché può comportare, a carico del procacciatore, accertamenti da parte di Enasarco e del fisco, con la conseguente perdita di deduzioni o agevolazioni previste per gli agenti regolarmente inquadrati”.
Ma anche l’azienda deve stare attenta perché la porta del contenzioso legale è sempre aperta.
“Sia chiaro: non è nostra intenzione criminalizzare nessuno ma quello che chiediamo – conclude Trevisan – è una corretta distinzione tra le due figure professionali per garantire un mercato competitivo e trasparente, dove gli operatori siano inquadrati e tutelati in base all’effettivo lavoro svolto. Non mi pare che sia chiedere la luna!”
PADOVA 13 NOVEMBRE 2025
