ALBERGATORI PREOCCUPATI PER IL DECRETO SICUREZZA BIS LADDOVE PREVEDE LA TRASMISSIONE “CON IMMEDIATEZZA” ALLA QUESTURA NEI CASI IL SOGGIORNO ABBIA DURATA INFERIORE ALLE 24 ORE.
SORANZO (PADOVA HOTELS FEDERALBERGHI ASCOM CONFCOMMERCIO): “PRONTI A COLLABORARE MA SERVE UN PO’ DI TEMPO”.
IL PROBLEMA DEI PERNOTTAMENTI NON RILEVATI NELLE LOCAZIONI BREVI
Albergatori preoccupati per una norma prevista dal decreto “sicurezza bis” laddove vengono ridotti sensibilmente i termini per la comunicazione degli ospiti, stabilendo che, nei casi in cui il soggiorno abbia una durata inferiore alle ventiquattro ore, essa debba avvenire “con immediatezza”.
“Nel corso dell’audizione che Federalberghi ha avuto in sede parlamentare – spiega Monica Soranzo, presidente di Padova Hotels Federalberghi Ascom – il nostro direttore generale nel confermare la piena e consueta disponibilità degli albergatori a collaborare con le forze dell’ordine per contribuire alla tutela della sicurezza pubblica non ha però mancato di sottolineare la necessità di emendare il decreto-legge, al fine di evitare di arrecare disagi ai turisti e di non imporre alle imprese adempimenti talvolta impossibili da realizzare".
Dove nascono le difficoltà?
“Sino ad oggi – continua Soranzo - gli alberghi hanno consegnato la chiave della camera agli ospiti subito dopo aver richiesto il documento di identità. La registrazione dei dati e la loro trasmissione alla Questura avvenivano in un momento successivo. Con il passaggio alla comunicazione immediata, i clienti dovranno invece attendere che si concluda la procedura. Nelle ore di punta, si potrebbero creare lunghe code. E l’albergatore si troverà combattuto tra il desiderio di risparmiare l’attesa al cliente che arriva in albergo, magari dopo un lungo viaggio, e il rischio di incorrere in una sanzione penale, che può comportare sino a tre mesi di arresto”.
Da qui la proposta: emendare la norma definendo un termine congruo e ragionevole, chiaro ed univoco, entro il quale effettuare la comunicazione, consentendo che tale comunicazione venga effettuata mediante collegamento diretto tra i sistemi gestionali aziendali e il portale del Ministero dell’Interno.
“La nostra rappresentanza nazionale – precisa la presidente degli albergatori dell’Ascom Confcommercio – ha chiesto di differire di qualche mese l’entrata in vigore della normativa, per dare al Ministero dell’Interno il tempo necessario per aggiornare le procedure di acquisizione telematica dei dati e consentire il collegamento diretto ed automatico tra il cervellone del Viminale e gli alberghi”.
Come detto, niente contro controlli più stringenti. Semmai il contrario.
Anche se non sono disponibili informazioni ufficiali sul numero di soggetti che trasmettono alle Questure i dati sui clienti alloggiati e sul numero di comunicazioni che il Ministero dell’Interno riceve ogni anno, le statistiche ISTAT dicono che nel 2018, i 205mila esercizi ricettivi italiani hanno ospitato circa 128 milioni di turisti, per complessivi 429 milioni di pernottamenti e che la quota maggioritaria si è diretta verso i 33mila alberghi, con 97 milioni di arrivi (76% del totale) e 279 milioni di pernottamenti (65%).
“Va comunque detto – specifica Monica Soranzo – che l’obbligo di comunicazione alle Questure riguarda anche gli alloggi non convenzionali, inclusi quelli destinati alle cosiddette locazioni brevi. In mancanza di altre fonti, il numero di tali alloggi e il numero di persone che vi soggiornano, può essere stimato ricorrendo a fonti empiriche”.
Vediamole.
Nel mese di aprile 2019, sul principale portale erano presenti circa 420mila annunci relativi ad alloggi ubicati in Italia mentre fonti autorevoli ritengono che il movimento turistico complessivo che gravita sull’Italia possa essere stimato applicando alle statistiche ufficiali un moltiplicatore di 2,77, per un totale di quasi un miliardo e duecento milioni di presenze, di cui circa 760 milioni concernenti i pernottamenti non rilevati e/o sommersi e quindi, anche ipotizzando una permanenza media molto alta (ad esempio, 6 giorni), più di 125 milioni di arrivi.
“E sono questi – conclude la presidente degli albergatori padovani dell’Ascom – quelli che preoccupano sia il Ministero che noi”.
Padova 8 luglio 2019