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ASILI NIDO CHIUSI PER LEGGE: IL RISCHIO DI AFFIDARE I PICCOLI A STRUTTURE NON AUTORIZZATE


DA QUELLI PRIVATI ASSOCIATI ASCOM CONFCOMMERCIO VENETO LA RICHIESTA DI ESSERE IN TUTTO PARIFICATI A QUELLI PUBBLICI, ANCHE NEGLI AIUTI ECONOMICI
Tra le altre restrizioni, così recita il decreto sul contenimento del coronavirus: “sospensione dell’attività didattica delle scuole di ogni ordine e grado e delle procedure concorsuali pubbliche e private”. Dunque: scuole di qualsiasi tipo off limits.
Anche se, come questi giorni ci stanno insegnando, diverso è il discorso se a casa rimane un liceale o se a casa deve rimanere un bebè. Da chi farlo accudire se non ci sono i proverbiali nonni “sempre disponibili” o si fatica a trovare una baby sitter?
“In tempi normali – sottolinea Elisabetta Rampazzo, presidente di Assonidi Ascom Confcommercio Veneto, l’organizzazione degli asili nido privati – noi siamo, al pari degli asili pubblici, la soluzione al problema, ma oggi che non possiamo esserlo, mettiamo in guardia le mamme e i papà dall’affidare i propri piccoli a strutture non autorizzate”.
Il rischio, in questo senso, è che strutture che potrebbero sembrare similari agli asili o anche singole persone che ospitano più bambini in appartamenti evidentemente non attrezzati, possano approfittare del divieto governativo per lucrare sulle necessità delle famiglie con gravi rischi per la salute delle stesse e dei piccoli”.
Per contro, gli asili nido autorizzati e accreditati dalla Regione Veneto, ligi al decreto, vivono un momento di grande difficoltà considerato che la loro attività si basa esclusivamente sulle rette pagate dai genitori.
“A questo punto – continua Rampazzo – siamo in difficoltà per il pagamento degli stipendi e siamo molto preoccupati in ordine a cosa potrebbe succedere se lo stop dovesse proseguire oltre l’8 marzo. In quel caso credo che quasi tutte le nostre strutture sarebbero costrette a licenziare”.
Un’eventualità che gli asili nido dell’Ascom Confcommercio vogliono a tutti i costi evitare ed in questo senso chiedono di essere parificati, anche sotto questo aspetto, agli asili nido pubblici.
“Abbiamo appreso – conclude la presidente Rampazzo – che il Comune di Padova interverrà in favore delle famiglie per le rette degli asili pubblici. Chiediamo sia fatto altrettanto per le nostre strutture e chiediamo che questo possa essere replicato in tutti i comuni della regione”.
Nel frattempo, gli uffici dell’Ascom Confcommercio sono al lavoro per cercare di ridurre al minimo le difficoltà, soprattutto per quanto attiene l’assenza obbligata dal lavoro dei dipendenti e per ciò che attiene alla problematiche fiscali.

PADOVA 3 MARZO 2020